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Ultimo aggiornamento: giovedì 04 marzo 2010
FATTO D’ARME DI MONTEROSI (9 SETTEMBRE 1943)
L’annuncio improvviso dell’armistizio, avvenuto la sera dell’8 settembre 1943, aveva colto tutti di sorpresa; determinando, in molti casi, disorientamento e crisi di coscienza negli uomini preposti alla difesa della Capitale. La difesa esterna del settore a nord di Roma era stata affidata alla Divisione di cavalleria corazzata “Ariete” ed alla Divisione motorizzata “Piave”. Da Orvieto, Montefiascone, Viterbo e Vetralla incombeva la potente 3^ Divisione Panzergrenadiere motocorazzata tedesca. In particolare, la Divisione “Ariete” aveva provveduto a costituire i caposaldi di Manziana e Bracciano, a sbarramento della Via Claudia, e di Monterosi a sbarramento della Via Cassia. Il movimento verso sud della 3^ Panzergrenadiere iniziò intorno alle 20,30 dell’8 settembre sulla Via Cassia, interessando anche la Claudia e la Flaminia. Pur nella confusione del momento, il Generale Raffaele Cadorna, comandante dell’ “Ariete”, nelle primissime ore del 9 settembre ordinava l’immediato schieramento dei campi minati pianificati in corrispondenza dei capisaldi e degli sbarramenti stradali. Erano circa le cinque del mattino del 9 settembre, quando il Sottotenente di complemento del genio Ettore Rosso, con un drappello di guastatori del 134° battaglione misto del genio del la predetta Divisione e due autocarri, dopo aver schierato un campo minato in località Osteria del Fosso, risalendo la Cassia giungeva a Nord del caposaldo di Monterosi, dove la strada corre in prossimità delle rive dell’omonimo laghetto. Anche qui doveva schierare un campo minato a sbarramento della confluenza delle provenienze Viterbo-Vetralla e Viterbo-Ronciglione lungo le quali fin dalla notte erano state segnalate colonne della 3^ Divisione tedesca in movimento verso la Capitale. La posa delle mine era da poco iniziata quando un motociclista segnalava il sopraggiungere di una colonna motocorazzata da Ronciglione. Il S.Ten. Rosso, di sua iniziativa, faceva disporre i due autocarri, di cui uno carico di mine, di traverso alla strada, ostruendone il passaggio. Giunta la colonna tedesca sul posto, il Tenente Colonnello che la comandava ordinava di rimuovere l’ostacolo, concedendo, in termini ultimativi, un tempo di quindici minuti. Senza alcuna esitazione il S.Ten. Rosso faceva continuare il lavoro di posa delle mine e, fattasi portare una cassa di bombe a mano, le distribuiva ai suoi uomini. Trascorsi dieci minuti ordinava a i suoi di ripiegare su posizioni più arretrate. Egli restava sul posto con quattro volontari: i genieri scelti Pietro Colombo, Gino Obici, Gelindo Trombini ed Augusto Zaccanti, ai quali si unirono due cavalleggeri del reggimento motorizzato “Cavalleggeri di Lucca” della Divisione “Ariete”, Angelo Gargantini e Paolo Alfonso Mucci. Allo scadere del tempo concesso, apriva il fuoco contro la testa della colonna in avvicinamento e contro alcuni pionieri che tentavano di rimuovere le mine collocate sulla sede stradale. Giunto ormai l’avversario a contatto e constatata l’impossibilità di arrestarlo con il fuoco delle armi, novello Pietro Micca, con sublime eroismo provocava deliberatamente lo scoppio del carico di mine. La tremenda esplosione univa nella morte vincitori e vinti. Ed i vincitori, sulla Cassia, furono in quell’alba del 9 settembre 1943 pochi Italiani: Ettore Rosso, i suoi quattro genieri ed i due cavalleggeri. Vinti, pare incredibile, furono molte centinaia di tedeschi, perché la colonna, perduto il Comandante e tredici soldati travolti dallo scoppio, fu costretta a ripiegare. La popolazione locale, particolarmente commossa e ammirata, dedicò fin dai primi giorni pietose e costanti cure alle spoglie mortali di quei sette eroici soldati. Oggi, sul luogo del sacrificio sorge un Sacrario che degnamente custodisce i Caduti ed affraterna gli abitanti di Monterosi, l’Arma del Genio e l’ANGET in nome degli esemplari e nobilissimi ideali di libertà da Essi indicati alle future generazioni.
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE CONFERITA ALLA MEMORIA DEL SOTTOTENENTE DI COMPLEMENTO DEL GENIO ETTORE ROSSO DEL CXXXIV BATTAGLIONE MISTO DEL GENIO D. “ARIETE” “Volontario di guerra, l’8 settembre 1943, ricevuti gli ordini di massima conseguenti alla nuova situazione, senza sbandamenti morali o crisi di coscienza, sapeva distinguere immediatamente quale fosse il suo dovere. Incaricato di disporre uno sbarramento di mine ai margini di un caposaldo della difesa Nord di Roma, si portava sul posto e iniziava il lavoro. Avuto notizia che si avvicinava una colonna tedesca, disponeva i suoi autocarri carichi di mine di traverso alla strada per ostruire il transito. Al comandante della colonna nemica sopraggiunta, che gli intimava di liberare la strada, rispondeva d’iniziativa con un netto rifiuto. Ricevuto un ultimatum di quindici minuti ne approfittava per completare lo sbarramento e far ripiegare i suoi uomini, ad eccezione di quattro volontari, su posizione più arretrata. Scaduto il termine concessogli e iniziando la colonna ad avanzare, apriva il fuoco su di essa. Constatata l’impossibilità di arrestarla col fuoco delle armi, con sublime eroismo provocava lo scoppio del carico di mine, immolando la sua giovane esistenza e distruggendo la testa della colonna nemica che, perduto il comandante, era costretta a ripiegare”. (Monterosi, 9 settembre 1943)
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE CONFERITA ALLA MEMORIA DEI GENIERI SCELTI PIETRO COLOMBO, GINO OBICI, GELINDO TROMBINI, AUGUSTO ZACCANTI TUTTI DEL CXXXIV BATTAGLIONE MISTO DEL GENIO D. “ARIETE” “Mentre collaborava nella posa di uno sbarramento di mine ai margini di un caposaldo della difesa di Roma, sopraggiungeva una colonna corazzata tedesca che intimava di liberare la strada entro quindici minuti. Poiché il suo ufficiale opponeva un netto rifiuto e ordinava a una parte degli uomini di ripiegare su posizione arretrata, si offriva di rimanere sul posto con tre compagni, tutti decisi a sacrificare la vita pur di arrestare il nemico. In questo supremo tentativo saltava in aria col carico di mine, provocando la distruzione di una parte della colonna tedesca e il ripiegamento del superstiti”. (Monterosi, 9 settembre 1943)
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