ANGET

Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori d'Italia

          

                

 

Ultimo aggiornamento: giovedì 04 marzo 2010

 

 

STEFANO  RUGGE

 (Galatina 17.7.1973 -  Popova Sapka 8.5.2002)

 

 

Stefano Rugge era nato a Galatina (LE)  il 17 luglio 1973. 

Nel 1992, seguendo il suo forte desiderio di essere un soldato, entra in Accademia, a Modena, frequentandovi il 174° Corso. Ultimato il biennio base, con il grado di Sottotenente, frequenta il Corso presso la Scuola di Applicazione di Torino, da dove ne esce nel 1996, con il grado di Tenente, per raggiungere il suo primo reparto operativo, il 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine. E’ qui che il giovane Ufficiale inizia la sua attività di Comandante di uomini, assumendo il comando di una Compagnia Guastatori. 

Dal 12 luglio al 25 novembre 2001 partecipa alla missione di pace in Bosnia. Il suo incarico gli permette un diretto contatto con la popolazione locale ed in particolare con i bambini, vittime più esposte ai pericoli derivanti dalle guerre. 

Egli si reca ovunque ci sia bisogno e spiega le minacce rappresentate dalle mine e da oggetti apparentemente abbandonati, ivi compresi i giocattoli, ben conscio della vastità del problema. 

Ultimata la missione rientra in Patria ed il 10 dicembre 2001 viene trasferito presso il 10°  Reggimento Genio Guastatori di Cremona. In breve riesce ad instaurare un ottimo rapporto con tutto il personale guadagnandosene la stima a tal punto da essere prescelto per il comando di una compagnia. All'inizio del 2002 necessita inviare un Ufficiale esperto in Macedonia, nell’ambito dell'Operazione Amber Fox; ci vuole un Ufficiale preparato e per tale compito viene designato il Tenente Stefano Rugge.  Il 2 febbraio del 2002 si reca a Bunardzik (Macedonia) e subito si mette in azione assolvendo il proprio incarico, anche in questo caso, brillantemente meritandosi la stima di tutti i colleghi, ivi compresi quelli delle altre nazioni partecipanti; durante lo svolgimento di tale missione lo raggiunge la meritata promozione al grado di Capitano. Il giorno 8 maggio 2002, quando ormai mancavano pochi giorni al suo rientro in Italia, insieme ad altro personale componente la missione, stava effettuando una ricognizione in località Popova Sapka a Nord Est di Tetovo; il veicolo su cui si trovava finì su una mina anticarro ed in seguito allo scoppio le numerose ferite riportate ne provocarono la morte. Essendo deceduto in servizio, il Capitano Stefano Rugge è stato promosso al grado superiore di Maggiore. 

Oggi riposa presso il cimitero di Strudà (LE). 

Ricordare il Maggiore Stefano Rugge provoca in ognuno di noi un turbinio di emozioni.

Un profondo dolore per la sua scomparsa si mischia alla costernazione per il modo in cui è avvenuta e, soprattutto, per essere occorsa a pochi giorni dal rientro in Italia e dal programmato matrimonio in chiesa. Rimane, in chi ne ha avito la fortuna, la gioia per averlo potuto conoscere ed il conforto di saperlo in Paradiso perché, come recita il Vangelo di Matteo (versetto in. 5,9) “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio “. 

Stefano Rugge era un operatore di pace e per questo, offrendosi nel supremo sacrificio, è tornato dal Padre celeste. 

 

E’ stato insignito della Medaglia d’Argento al V.M. alla memoria, con la seguente motivazione:

 

"Giovane Ufficiale dalle straordinarie qualità morali e professionali, comandato in missione di pace nel teatro balcanico, si prodigava con grande perizia ed efficacia per il pieno assolvimento del compito affidatogli, motivato da notevole entusiasmo, svolgeva il proprio dovere dimostrando un generoso senso di attaccamento alle istituzioni ed ai valori di umana solidarietà, in un ambiente particolarmente difficile e rischioso. In particolare, nel corso di una delicata ed importante ricognizione in un'area ad alto rischio per la presenza di mine, tesa a consentire il rientro delle martoriate popolazioni locali nelle sedi stanziali, dopo avere disposto la sosta del personale in zona sicura, valutata l'urgenza, d'iniziativa e senza esservi obbligato, conscio del pericolo, non  esitava a percorrere l'itinerario per verificare l'agibilità. Nonostante ogni precauzione perdeva la sua giovane vita a causa dell'esplosione di una mina occultata proditoriamente da una mano ignota, evitando così ulteriori gravi rischi per il restante personale impegnato nell'operazione. Grazie alla sua eroica abnegazione, ha contribuito ad accrescere il prestigio dell'Italia e delle sue Forze Armate in ambito internazionale e tenere alto l'ideale di pace e solidarietà tra i popoli. Fulgido esempio di coraggio e di dedizione ispirata alle migliori tradizioni dell'Esercito e della Patria".

Popova Sapka (Fyrom), 8 maggio 2002.

 

 

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