Luigi Federico MENABREA
Scienziato, Soldato, Statista, il 25 maggio 2020 nel 124° anno dalla morte. Per scoprire una legge della natura, per avere la meglio su un esercito nemico, per risolvere un assedio, per essere un grande diplomatico e politico tutto nella stessa persona, siamo al cospetto di un proprio vero genio. Ogni Nazione di rispetto dovrebbe annoverare tra i propri rappresentanti "le eccellenze".
(a cura del Gen. Luigi Infussi)
Si spegneva all'età di 87 anni, a Saint-Cassin presso Chambéry, nella "sua" Savoia, l'icona più luminosa dell' Arma del Genio, protagonista in più riprese e senza ombra di dubbio di gran parte degli avvenimenti che hanno caratterizzato la Storia d' Italia del XIX secolo.
Figlio dell'avvocato Ottavio Antonio Menabrea e di Margherita Pillet, era nato a Chambéry il 4 settembre 1809, all'epoca sotto la dominazione napoleonica. Fin da giovane manifestava una naturale propensione per gli studi scientifici, che "coltivò" con assiduità anche dopo la laurea in Ingegneria ed Architettura, anche per aver avuto come professori scienziati e accademici del calibro di Giovanni Plana e Giorgio Bidone.
Divenuto ingegnere e nominato il 26 marzo 1833 "motu proprio" dal re Carlo Alberto di Savoia, Luogotenente nello Stato Maggiore del Genio Militare, sostituì Cavour nei lavori di fortificazione del forte di Bard, mentre nel 1835 divenne professore di "Matematiche Applicate" presso l'Accademia Militare e Scuola di Applicazione e successivamente, quella di "Costruzioni" e di "Geometria" presso l' Università di Torino. Il 5 luglio 1846 Menabrea si sposò a Torino con la nobildonna Carlotta Richetta dei conti di Valgoria, la quale gli diede i figli, Carlo, Luigi e Ottavio.
Le sue innate attitudini, gli hanno dato modo di conseguire, nel corso degli anni, importanti riconoscimenti da parte di Accademie scientifiche italiane e straniere, entrando di diritto a farvi parte; mentre le Università di Oxford (1872) e Cambridge (1876) gli conferirono la laurea "honoris causa".Nonostante i suoi gravosi impegni militari e poi successivamente politici, Menabrea continuò a condurre per tutta la vita una notevole attività scientifica. Fu il primo scienziato a dare una prima formulazione dell'analisi strutturale basata sul principio di lavoro virtuale, divenendo di fatto un precursore nell'introduzione di principi energetici nella meccanica dei continui. Fra le numerose memorie scientifiche formulate, la più celebre è quella relativa al "minimo lavoro di deformazione" delle strutture iperstatiche, meglio nota come il "Teorema di Menabrea".
Nel 1848 partecipò alla 1^ guerra d'Indipendenza, assolvendo, tra l'altro, per la prima volta la missione di plenipontenziario. Nel 1859 nella 2^ guerra d'indipendenza, con il grado di Maggior Generale, quale Comandante del Genio mobilitato, realizzò lo sbarramento nella pianura vercellese, mediante fortificazioni ed allagamenti artificiali nella valle fra la Dora Baltea ed il Sesia, che bloccarono le truppe austriache del Generale Gyulai. In ricordo di quella impresa, Menabrea fu insignito, nel 1875, del titolo di marchese di Val Dora.
Con il grado di Tenente Generale, quale Comandante Superiore del Genio, partecipò alla campagna di Ancona e della bassa Italia del 1860-61, distinguendosi per l'alta strategia associata a "felici intuizioni tecniche", negli assedi di Ancona (Croce di Grande Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia), di Capua (Medaglia d'Oro al Valor Militare) e di Gaeta (Gran Croce dell'Ordine Militare di Savoia ed il titolo di Conte). L'assedio di Gaeta, in particolare, registrò l'impiego articolato e massiccio delle Unità del Genio senza precedenti (13/02/1861); quel 13 di febbraio, giorno della resa(che formalmente sancì l'Unità di Italia), fino al termine della 1^ Guerra Mondiale, venne assunto quale ricorrenza celebrativa dell'Arma del Genio.
Inoltre, da sottolineare, che forte delle "sue" tavole di artiglieria, ottenne la vittoria non con il tiro diretto ma con il secondo arco: le artiglierie andarono "a bersaglio" sui piani orizzontali in legno delle fortificazioni. Attivissima fu anche la sua partecipazione nella 3^ guerra d' Indipendenza (1866), con i complessi ed articolati lavori di fortificazione delle linee dell'Adda, di Cremona e del Polesine, oltre all'incarico di condurre le trattative di pace a Vienna( vedasi film "La Principessa Sissi"). Intimo oramai di Vittorio Emanuele II, il 2 gennaio 1867 ebbe la nomina di Primo Aiutante di campo del Re, ruolo che contribuì a renderlo partecipe della politica personale condotta dal Sovrano.
Nel 1848 fu eletto deputato, carica che mantenne per sei legislature (dalla 1^ alla 6^ legislatura nazionale,nella prima fu eletto nel collegio di Verrès, in quelle successive nel collegio di San Giovanni di Moriana), fino al 1860. Il 29 febbraio 1860, alla vigilia del passaggio della Savoia alla Francia, fu nominato senatore del Regno d'Italia, carica che durava a vita, e che quindi mantenne per ben 36 anni (record battuto solo da Giulio Andreotti): votò egli stesso per la cessione della Savoia alla Francia optando quindi per la nazionalità italiana.
Nella sua lunga ed intensa attività parlamentare, si batté per la galleria ferroviaria del Moncenisio (o del Frejus), primo esempio di traforo alpino, progettato dai suoi ex allievi Germano Sommeiller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni, sostenendo allo stesso modo il progetto del taglio dell'istmo di Seuz. Fu Ministro della Marina nel 1861, mentre nei successivi governi 1862-64, guidò il Ministero dei Lavori Pubblici potenziando con oltre 2000 km. le strade ferrate ed i Porti di Ancona, Livorno, Messina, Napoli e Palermo e realizzando il porto di Brindisi. Fu inoltre durante il suo dicastero che si realizzò la prima serie di francobolli delle Poste italiane.
A seguito del disastro di Mentana e sotto la minaccia di uno scontro con la Francia, il 27 ottobre 1867, da Vittorio Emanuele II, Menabrea ebbe l'incarico di formare un governo rimanendo in carica fino al 14 dicembre 1869, a capo di tre gabinetti consecutivi, mantenendo i dicasteri della Marina e degli Affari Esteri (ad oggi, é stato l'unico ingegnere a diventare Presidente del Consiglio in Italia). Il 4 aprile 1876 fu nominato ambasciatore a Londra, dove rimase sei anni, ricevendo stima e apprezzamento come militare e studioso. Successivamente, l'11 novembre 1882 fu nominato ambasciatore italiano a Parigi, città dove rimase per ben dieci anni, finché non ottenne il congedo per motivi d'età.
Si ritirò dunque dalla vita pubblica solo nel 1892, quattro anni prima della morte.
In conclusione si puo' acclarare che é stato anche uno dei più grandi scienziati italiani del XIX secolo, nonché socio dell'Accademia delle Scienze di Torino e dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Per il suo operato gli sono state tributate numerosissime onorificenze italiane ed estere e riconoscimenti (l'asteroide 1997 VA4 è stato denominato 27988 Menabrea). La stessa storia d'Italia, avrebbe avuto un altro corso se il Menabrea con la sua poliedricità non fosse intervenuto in tanti teatri di guerra, in numerose corti dell'Italia da unificare e non solo, in molte aule accademiche e in quelle parlamentari: un vero e proprio genio, politico,tecnico e militare, una "eccellenza" d'Italia che ha ancora un "sapore" straordinario nei nostri giorni e in quelli che verranno.